Una giornata da trilling alla diga del Gleno
30 MAGGIO 2010
Ci sono tragedie avvenute in luoghi vicino a noi e noi, magari non ne conosciamo nenche la storia...
La rottura della Diga di Gleno avvenuta nel dicembre 1923 ne è un esempio: sconquassò la Val di Scalve e la bassa Val Camonica, il bilancio ufficiale fu di 360 morti, ma probabilmente le vittime furono 500. Conoscere quanto avvenuto (vi consiglio il sito www.scalve.it) e poi arrivare ai ruderi della diga fa riflettere e accapponare la pelle...
Il clima della giornata fatto di nebbia e pioggia aiuta a rendere il luogo più arcano e misterioso, si parte dalla frazione di Pianezza, inVilminore di Scalve, seguiamo il segnavia 411 CAI, il percorso passa inizialmente tra i vicoli dell’abitato e poi diventa una mulattiera circondata dai prati.
Ci sono tragedie avvenute in luoghi vicino a noi e noi, magari non ne conosciamo nenche la storia...
La rottura della Diga di Gleno avvenuta nel dicembre 1923 ne è un esempio: sconquassò la Val di Scalve e la bassa Val Camonica, il bilancio ufficiale fu di 360 morti, ma probabilmente le vittime furono 500. Conoscere quanto avvenuto (vi consiglio il sito www.scalve.it) e poi arrivare ai ruderi della diga fa riflettere e accapponare la pelle...
Il clima della giornata fatto di nebbia e pioggia aiuta a rendere il luogo più arcano e misterioso, si parte dalla frazione di Pianezza, inVilminore di Scalve, seguiamo il segnavia 411 CAI, il percorso passa inizialmente tra i vicoli dell’abitato e poi diventa una mulattiera circondata dai prati.
Ci si addentra nel bosco per un sentiero comodo e fatto a tornati ( si segue una grossa tubatura dell'acqua), ogni tanto si incontrano cartelli con immagini della tragedia, il sentiero diventa più ripido anche se è sempre ben segnalato e privo di pericoli. Si sale sino a raggiungere la località Pagarulì, una struttura in cemento da cui parte la condotta d’acqua, da lì il sentiero diventa pianeggiante e sembra scavato nella roccia.
Le roccie nella nebbia assumono forme strane, il silenzio che regna su tutto il sentiero e la solitudine (in giro non c'è anima viva) fa il resto... mi vengono i brividi.
All'improvviso ecco che appare la diga del Gleno in cima alla valle, lo squarcio dell'arcata centrale fa impressione... e mi riporta alla mente quanto letto, non posso che pensare alle persone che quella mattina si saranno svegliate al rumore dell'acqua e dei detriti che entrava nelle loro abitazioni...
In venti minuti circa di comoda camminata, il sentiero è sempre in piano e messo in sicurezza da cavi metallici, arrivo ai piedi dei ruderi della diga, da vicino lo squarcio è ancora più impressionante.
Il sentiero passa in mezzo allo squarcio e mi conduce dietro alla diga dove c'è una vasta area di pascolo e un bacino lacustre di circa 250 metri alimentato da un torrente... per rendere più veritiero il clima tetro del luogo incomincia anche a piovere.
Intorno ci sono ancora zone con presenza di neve.
Smette di piovere ma... il "bel tempo" dura poca una nuvola di nebbia ricopre tutto il laghetto, le ombre dei pini riflesse nell'acqua sembrano spettri, il rumore del vento che fischia sulle rocce sembra l'ululato di qualche bestia maledetta, manca solo "Profondo rosso" come sottofondo e poi ci siamo... che siano i "morti del Gleno" che reclamano ancora giustizia? Da quello che ho letto la giustizia terrena è stata solo simbolica!!
E' meglio che torni... non ho incontrato nessuno... meglio: il posto, il clima, il silenzio mi hanno aiutato a riflettere... l'uomo pur grande che sia è sempre piccolo... ho superato la parte del bosco e sono alle porte di Pianezza c'è ancora nebbia ma un raggio di sole e il giallo dei fiori rende l'ambiente più accogliente... sono tornato nel modo dei vivi!!